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La questione ITA-Alitalia oggetto di due decisioni della Commissione

Con l’assunzione di due decisioni distinte, seppur connesse limitatamente all’impresa oggetto della procedura d’indagine formale, la Commissione scriveva un ulteriore – forse conclusivo– capitolo nell’epopea della compagnia aerea italiana. Primariamente essa sanciva l’incompatibilità con il mercato interno del prestito-ponte, pari a 900 milioni di euro, erogato dal governo italiano nel 2017, in quanto non soddisfaceva i requisiti previsti dal MEIP (Market Economy Investor Principle), criterio sussunto in quello della statualità delle risorse impiegate di cui all’art. 107 TFUE. Lo Stato, infatti, non avrebbe attentamente valutato la possibilità da parte di Alitalia di rimborso del prestito complessivo, comprensivo degli interessi, al contrario di come un operatore economico medio avrebbe fatto in condizioni di mercato comparabili. Non solo, esso non aveva neppure presentato un piano di ristrutturazione né la società era stata posta in liquidazione, così come sancito dagli Orientamenti sugli aiuti di Stato per la ristrutturazione e il salvataggio di imprese non finanziarie. Per la summotivata distorsione della concorrenza, la Commissione, in data 10 settembre 2021, ordinava il recupero integrale dei prestiti concessi, comprensivi degli interessi, annunciando altresì che il procedimento di indagine formale nei confronti dell’ulteriore prestito di 400 milioni di euro concesso nel 2019 è ancora in corso.

Mediante la seconda decisione la Commissione confermava la discontinuità economica del nuovo vettore aereo ITA rispetto alla precedente compagnia Alitalia, dichiarando altresì compatibile con il mercato interno l’iniezione di capitale superiore a un miliardo di euro erogata dallo Stato italiano in favore della prima. Limitatamente al primo punto la Commissione valutava una serie di indicatori che conducono ad escludere che ITA rappresenti il successore economico di Alitalia: nel dettaglio il nuovo vettore acquisirà, esclusivamente a prezzo di mercato, meno della metà della flotta della precedente compagnia e con essa coprirà solo le rotte economicamente sostenibili, a cui corrisponderà una riduzione degli slot precedentemente assegnati nei diversi aeroporti sul territorio nazionale. Inoltre sia le attività di assistenza e manutenzione, sia il marchio Alitalia così come gli oneri di servizio pubblico imposti a quest’ultima su determinate tratte saranno oggetto di separate procedure di gara aperte, trasparenti e non discriminatorie a cui anche ITA potrà partecipare in qualità di offerente. Lo stesso dicasi per il programma di fedeltà MilleMiglia, alla cui gara però non sarà ammessa ITA per evitare un trasferimento diretto di clientela tra le due compagnie. Infine l’assunzione del personale avverrà prevalentemente sul mercato, dunque solo in minima parte da Alitalia, sulla base di un rinnovato contratto di lavoro che rispecchi i criteri e le tariffe vigenti per tutti i vettori aerei. Limitatamente all’iniezione di capitale, che ammonta a 1,35 miliardi di euro nell’arco di tre anni, la Commissione applicava nuovamente il criterio dell’investitore economico in economia di mercato (MEIP), riscontrando che il tasso interno di rendimento atteso sarà superiore al costo del capitale e dunque in linea con le valutazioni e le aspettative di un operatore economico medio. Tale valutazione positiva risultava confortata dalla struttura aziendale e dal piano economico del nuovo vettore, giudicati affidabili e redditizi in quanto basati su rotte numericamente ridotte ma remunerative nonché su un efficientamento dei costi del carburante e della manutenzione.

 

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_21_4665

 

dott. Raffaele Palermo