Gli aiuti danesi al progetto di collegamento sottomarino "Fehmarn-belt" tra Danimarca e Germania
Entra nelle sue battute finali il caso degli aiuti al finanziamento del collegamento fisso della cintura di Fehmarn, progetto con cui Danimarca e Germania intendono congiungere con un tunnel sottomarino la città tedesca di Puttgarden e l’isola danese di Lolland. Grazie al progetto, il tragitto da Amburgo a Copenhagen verrà diminuito di circa 160 km, apportando considerevoli benefici ai viaggiatori che vedranno abbattuti i tempi di percorrenza di quasi il 50%. Il tunnel, inoltre, apporterà miglioramenti significativi anche allo sviluppo regionale dell’area, e si stima che porterà alla creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro.
Il progetto è stato fortemente voluto dalla Danimarca, che ha allo scopo creato Femern, compagnia pubblica che si occuperà della realizzazione dell’opera.
La Danimarca ha inoltre conferito a quest’ultima agevolazioni al finanziamento, sotto forma di iniezioni di capitale, garanzie e prestiti statali, che sono stati approvati dalla Commissione Europea nel luglio 2015. La commissaria alla Concorrenza, la danese Margrethe Vesteger, si era in proposito espressa favorevolmente al disegno, escludendo la natura di aiuto della misura, e, in ogni caso, ritenendo l’intervento compatibile con il mercato interno sulla base dell’art. 107(3)(b) TFUE, che consente di dichiarare compatibile con il mercato interno un aiuto “destinati a promuovere la realizzazione di un importante progetto di comune interesse europeo”. L’Unione rinviene infatti nel progetto una rilevanza strategica fondamentale in relazione alla definitiva costituzione del cosiddetto corridoio scandinavo-mediterraneo, asse maggiore di trasporto all’interno dell’Unione, che collegherebbe Malta e la Sicilia con la i paesi scandinavi.
Nel novembre 2015, Scandlines Danmark e Scandlines Deutschland, compagnie di traghetti attivi nel tratto di mare in questione, hanno impugnato la decisione di non sollevare obiezioni della Commissione dinanzi ai giudici di Lussemburgo.
Le due compagnie non si oppongono di per sé alla costruzione del tunnel, ma sostengono che il denaro pubblico darà all’operatore della galleria l’ingiusta capacità di abbassare i prezzi dei trasporti automobilisti e ferroviari al punto tale da spingere fuori dal mercato i traghettatori. Polemiche ha suscitato inoltre la garanzia particolarmente lunga (55 anni) presentata dalla Danimarca a sostegno finanziario dei lavori: lo Stato danese sottoscrive prestiti per la realizzazione dell’opera, garantendo finanziamenti a basso interesse che alla fine saranno rimborsati da pedaggi e biglietti.
Più precisamente, i motivi di ricorso addotti dalle ricorrenti, che chiedono l’annullamento della decisione positiva della Commissione di compatibilità dell’aiuto, si sono appuntati, tra gli altri, sull’asserito errore di diritto e sull’errore manifesto di valutazione nel ritenere che il progetto di collegamento fisso della cintura di Fehmarn fosse di comune interesse europeo. Sotto quest’ultimo profilo, è lamentato altresì che la Commissione non avrebbe fornito alcuna motivazione riguardo al comune interesse europeo del progetto. Le ricorrenti reputano inoltre errata la valutazione della Commissione nel ritenere l’aiuto necessario e proporzionato e Le compagnie di traghetti deducono altresì che la Commissione avrebbe violato il suo obbligo di avviare un procedimento d’indagine formale, in relazione a gravi difficoltà attinenti alla durata e alle circostanze del procedimento preliminare di esame.
Lo scorso 26 aprile si è tenuta l’udienza di discussione orale davanti al Tribunale dell’UE, mentre la decisione dei giudici comunitari è prevista per il prossimo autunno.