Approvazione di un aiuto di Stato a favore di un IPCEI
In data 8 giugno 2023, la Commissione, ai sensi dell'art. 107 par. 3 lett. b) TFUE, ha approvato uno schema di aiuto riguardante un "importante progetto di comune interesse europeo" (acronimo inglese IPCEI), il quale coinvolge congiuntamente quattordici Stati membri e mira a promuovere la ricerca, l'innovazione e il primo sviluppo a livello industriale della microelettronica e delle tecnologie di comunicazione lungo l'intera catena del valore, coprendo sia le fasi relative al reperimento dei materiali sia quelle successive di progettazione e produzione delle componenti.
Il progetto comune, finanziato con risorse statali pari a 8 mld € e in grado di generare, fino al suo completamento (2032), sulla base delle prospettive attuali, investimenti privati pari quasi al doppio della cifra stanziata, si inserisce sulla scia della transizione ecologica e digitale, alla quale contribuisce non solo sviluppando soluzioni innovative nel campo delle tecnologie di comunicazione e della microelettronica, ma anche facendo sì che i sistemi così realizzati ed i processi di produzione a monte risultino efficienti sotto il profilo energetico e del risparmio delle risorse. Tale progetto concretizza la Dichiarazione sull'iniziativa europea nel settore dei processori e dei semiconduttori, resa nel dicembre 2020, con cui la maggior parte degli Stati membri si impegnava ad operare congiuntamente in tal senso, anche istituendo un nuovo IPCEI. Inoltre il Piano industriale Green Deal per l'era ad emissioni zero, annunciato dalla Commissione nel febbraio 2023 e di cui si è già fatto cenno nella Notizia precedentemente pubblicata, ha permesso alla Commissione di intervenire anche sul regolamento di esenzione GBER, aumentando la soglia esente da notifica fino a 50 mln € per i singoli progetti relativi ad un IPCEI, in modo da ricondurre ogni iniziativa che ad esso si richiama a quello schema di aiuto, rendendo altresì interoperabili anche le varie comunicazioni.
La Commissione, che in questo modo dà seguito ad una decisione positiva su un IPCEI in tale settore risalente al 2018, ai fini della valutazione di compatibilità dello schema di aiuto con il mercato interno, ha applicato la Comunicazione IPCEI, la quale definisce appunto i criteri che guidano la Commissione stessa nell'esame di siffatte misure, le quali consentono non solo di rimediare a carenze di mercato in settori ad alta innovazione, cui gli investitori privati non potrebbero efficacemente far fronte, ma apportano dei benefici all'economia dell'Unione su larga scala. La comunicazione IPCEI sostiene infatti gli investimenti per la ricerca, lo sviluppo e l'innovazione, il primo sviluppo industriale nonché la costruzione di infrastrutture, a condizione che tali progetti siano altamente innovativi, di rilevanza europea e non riguardino la produzione di massa o le attività commerciali. Ai fini dell'esame di compatibilità si richiede anche un'ampia diffusione nonché un effetto cd. di traboccamento (spillover) delle nuove conoscenze al di fuori del settore di incidenza nonché in favore di attori non industriali, unitamente ad una valutazione dettagliata degli effetti concorrenziale per ridurre al minimo eventuali distorsioni indebite nel mercato interno.
Nel caso di specie la Commissione ha accertato che tale progetto comune contribuisce a numerosi obiettivi che l'Unione ha individuato nella sua strategia, quali quelli per un'economia più verde, digitale e resiliente e sovrana; infatti, analizzando i sessantotto progetti di cui consta l'IPCEI, risulta che essi sviluppano delle tecnologie che vanno ben oltre quanto il mercato è attualmente in grado di offrire e che apporteranno notevoli miglioramenti in numerosi settori. Di conseguenza, facendo leva sul cd. approccio economico più preciso, che guida la Commissione nell'esame di compatibilità dalla Modernizzazione sugli aiuti di Stato, la Commissione ha altresì potuto constatare che il sostegno mediante risorse statali, riducendo il rischio tecnologico ed economico-finanziario, incentivi le imprese ad investire sui progetti attuali e futuri in questo settore (cd. effetto incentivazione). L'importo dell'aiuto è risultato essere anche limitato a quanto strettamente necessario per conseguire i summenzionati obiettivi, nonché proporzionato e senza indebite distorsioni della concorrenza: a tale conclusione si è giunti non solo accertando che l'importo massimo dell'aiuto si assesti sui costi ammissibili dei progetti e sugli importi non coperti dal finanziamento, ma altresì facendo leva sul meccanismo di claw back, in base al quale le imprese coinvolte restituiranno parte dell'aiuto agli Stati membri eroganti qualora la realizzazione del progetto generasse entrate nette supplementari. Infine, come si accennava in termini generali, non sono stati neppure trascurati gli effetti positivi (spillover) che tali progetti avranno anche su quelle imprese che non partecipano direttamente al progetto (da considerarsi quali partner indiretti), sul comparto industriale in generale e sulla comunità scientifica ed accademica operativa in tale settore.
Per ulteriori informazioni, anche relative agli Stati membri partecipanti e alle imprese coinvolte, si rimanda a https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_23_3087.
dott. Raffaele Palermo